A 685 chilometri orari sopra la Francia

Come ogni mattina, Simon Waldis effettua il suo giro di jogging di 8 km attorno al suo domicilio temporaneo nei pressi della base aerea delle Forze aeree francesi a Cognac, nella Francia occidentale. Sulla via del ritorno acquista dei croissant freschi per sé e per sua moglie, si cambia e si prepara mentalmente ad affrontare la giornata. Ma cosa ci fa un pilota delle Forze aeree svizzere in Francia?

«Nei nostri settori d'allenamento voliamo a ben 685 km/h e di tanto in tanto arriviamo tranquillamente anche a +7 G, come un jet da combattimento.»
Simon Waldis

Simon è stato selezionato per il Pilot Exchange Programme, in breve PEP. Negli scorsi anni le Forze aeree svizzere hanno organizzato diversi programmi di scambio con organizzazioni partner. Alcuni piloti delle Forze aeree svizzere vi lavorano per esempio come istruttori di volo. "È estremamente interessante gettare uno sguardo dietro le quinte di altre forze aeree e conoscere qualcosa di nuovo", dichiara Simon. Non effettua voli d'impiego le Forze aeree francesi perché la Costituzione svizzera non lo consente, però istruisce allievi piloti francesi sul Pilatus PC-21, che è un velivolo svizzero. "Sono stato io stesso allievo su un PC-21 per un anno e sono entusiasta di questo aereo d'addestramento", racconta con entusiasmo. "Dopo vari anni come pilota d'impiego su F/A-18 Hornet e istruttore di volo sul PC-21 in Svizzera mi sono candidato per il PEP e sono stato assunto". All'inizio vivere e lavorare in Francia è stato un bel cambiamento. Ma lui e sua moglie si sono abituati rapidamente allo stile di vita francese e ora lo apprezzano molto.

«Oltre a darmi la possibilità di conoscere un altro modo di fare istruzione, un'altra cultura e altri piloti, questo programma di scambio mi ricorda costantemente che in Svizzera beneficiamo di un'istruzione eccellente.»
Simon Waldis

Tuttavia l'Armée de L'Air ha modalità di funzionamento diverse da quelle delle Forze aeree svizzere. Qui l'esercito è immenso. Inoltre la Francia è membro della NATO ed è dunque costantemente coinvolta in vari settori d'interesse a livello mondiale. L'addestramento dei piloti è articolata sull'arco di tre anni e si svolge in diverse basi aeree sparse in tutta la Francia. A Cognac viene assolta l'istruzione sugli aerei a turboelica, prima che i piloti vengano riconvertiti direttamente sul jet da combattimento Dassault Rafale. Ma il PC-21 non deve temere confronti. "Nei nostri settori d'allenamento voliamo a ben 685 km/h e di tanto in tanto arriviamo tranquillamente anche a +7 G, come un jet da combattimento", sottolinea Simon entusiasta. Si percepisce che è diventato pilota per passione.

Come la Svizzera, anche la Francia istruisce i suoi piloti su un aereo a turboelica con prestazioni ad alto livello ed effettua poi direttamente il transfer al jet d'impiego. Simon spiega che "in questo modo viene tralasciata la fase intermedia sull'Alpha Jet prevista in passato. Questo permette di risparmiare tempo e denaro. Il PC-21 presenta il vantaggio che il cockpit può essere adattato individualmente. Il velivolo che piloto qui ha un cockpit differente di quelli impiegati in Svizzera. Qui viene simulato il cockpit del Rafale con le sue caratteristiche specifiche, mentre da noi l'aereo di riferimento è l'F/A-18 Hornet".

Simon istruisce gli allievi piloti francesi, ma anche i futuri istruttori di volo praticamente in tutta la gamma di impieghi. Il ventaglio spazia dalla prima volta nel cockpit fino a esercizi di combattimento aereo assai complessi. "Il lavoro del pilota di jet è simile a quello dei suoi colleghi svizzeri. Tuttavia il programma d'istruzione è adattato alle esigenze delle Forze aeree francesi. Inoltre qui in Francia anche il senso della gerarchia è molto diverso", dichiara Simon con un sorriso sulle labbra, "d'altronde anche l'organizzazione è circa dieci volte più grande della nostra". Pur disponendo di strutture chiaramente definite, presso le Forze aeree svizzere i rapporti interpersonali sono molto collegiali. "Da noi ognuno sa quando le cose si fanno serie e rispetta gli altri. Qui una simile collegialità tra istruttore di volo e allievo costituisce piuttosto l'eccezione", asserisce Simon. Ci svela che durante il suo primo briefing si sentiva un po' nervoso: "Ero curioso di sapere se capivo gli allievi e viceversa. Ma ci si abitua in fretta al francese e sono contento di poter trarre beneficio anche dal profilo linguistico, oltre che da quello aeronautico", dichiara Simon. Sottolinea che "i francesi sono molto motivati! È un vero piacere istruire questi piloti".

Nel suo tempo libero Simon pratica molto sport e di tanto in tanto gli piace anche recarsi al mare lì vicino assieme alla moglie: "Oltre a darmi la possibilità di conoscere un altro modo di fare istruzione, un'altra cultura e altri piloti, questo programma di scambio mi ricorda costantemente che in Svizzera beneficiamo di un'istruzione eccellente. Non dobbiamo assolutamente temere confronti con altre nazioni". L'impiego di Simon è a tempo determinato per un anno e mezzo. Dopo il suo rientro in Svizzera lavorerà nuovamente come pilota d'impiego nella squadriglia d'aviazione 11 a Meiringen. "Sono molto grato di questa esperienza, ma al tempo stesso sarò anche felice di rincontrare i miei camerati in Svizzera", afferma spostando la leva di spinta del PC-21 su "MAX" pronto a decollare per il prossimo volo d'addestramento.

 

Air-to-Air Photos: © Nicolas-Nelson Richard / SIRPA Air
Photos: © Philippe Midreuil / Armée de l'Air

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